venerdì 30 novembre 2007

Ich Bin Ein Amerikaner.

"The bureaucracy is expanding to meet the needs of the expanding bureaucracy."

Signore e signori, ce l'ho fatta! A non più di tre settimane dal mio ritorno a casa, ho completato tutte le incombenze burocratiche: ho un'assicurazione sanitaria, ho una VISA e un conto in banca, HO UN NUMERO DI PREVIDENZA SOCIALE! Certo, la tessera ufficiale mi deve ancora arrivare, ma almeno ho il numero. Mesi e mesi nella snella ed agevole burocrazia statunitense, ma alla fine ho finito. Spero. Ora sì che posso tornare a casa...
Stay tuned,
M

PS Prego i germanofoni di correggere eventuali errori nel titolo.

lunedì 26 novembre 2007

Day 6. Back home.

L'indomani. Programma della tappa: mettiamo il riverito didietro sulla macchina e guidiamo le centinaia di miglia che ci separano da Fort Worth. Programma effettivo: facciamo colazione, mettiamo il riverito ecc. ecc., guidiamo qualche ora, mangiamo in un caratteristico (più o meno come un autogrill) e mediocre Tex-Mex, guidiamo qualche altra ora. Wow. Oggi abbiamo incontrato il peggior panorama da quando siamo qui: i pozzi di petrolio con raffinerie e squallidi centri abitati. Terrificanti. E pensare che c'è gente che pur essendo ricca continua a volerci vivere. E pensare che c'è persino cresciuto un Cespuglio. Bah.
E così il nostro bel viaggio è finito, domani mi toccano le mie lezioni (yu-hu) e il ritorno alla routine Texana. Gli ultimi scampoli di New Mexico che ci rimangono sono le tante foto fatte, che dovrò organizzare e mettere in linea. Pazienza. Breve, ma bello. Consiglio a chi dovesse capitare da queste parti.
Stay tuned,
M

Day 5. Il bianco e il bianco. E il nero.

La sera siamo arrivati con una piccola tormenta, e questo l'ho già detto. Ma l'albergo è accogliente e caldo; una gradevole via di mezzo tra il lussuoso ed il kitsch (ammesso che si scriva così). Ci godiamo una cena costosetta, ma di livello e ce ne andiamo a dormire soddisfatti nei rispettivi queen size bed. La mattina dopo c'è un sole magnifico, le montagne, gli abeti e i tetti brillano di neve che si scioglie; l'aria è fredda, ma bella; tutto promette bene, e la promessa viene mantenuta. Per la prima volta da diversi giorni a questa parte non abbiamo sveglia e poiché il brunch che abbiamo prenotato inizia alle 11, possiamo prendercela comoda.
Preparati e rilassati, dopo una breve visita alla torre della nostra dimora bavarese per guardare il panorama, ci dirigiamo in sala da pranzo. Il brunch, ah il brunch...
C'era praticamente tutto (oddio, magari il cervello di scimmia semifreddo no, ma immagino abbiate capito cosa intendo). Satolli e soddisfatti (tranne per il fatto di dover lasciare la stanza a mezzodì, che ci ha costretti un po' ad affrettarci), ci mettiamo in macchina in direzione White Sands. La neve sulle strade si è sciolta e non abbiamo nessun problema a scendere dalle montagne. Passiamo attraverso un paesone piuttosto orripilante (un po' la española del sud), sorpassiamo una base aerea militare e ci siamo. Il primo impatto è buono. Sabbia bianca ricoperta da cespugli desertosi, anche se con un po' troppa gente. Ci avviamo lungo il sentiero segnato di 4.4 miglia. Il secondo impatto è meglio. Qualcuno una volta mi ha scritto che il posto più bello del mondo è un deserto. Non so se questo sia vero. Il suo deserto è una sorta di mastodontica spiaggia bianca incastonata di laghetti di acqua dolce, il mio è parecchio lontano dal mare, non ha laghetti ed è fatto di gesso. Ma è uno dei posti più suggestivi in cui sia mai stato. Addentrandosi nel tracciato, si cominciano a diradare le tracce dei visitatori e le dune diventano intoccate, bianchissime, silenziose. Silenzio, bianco, cielo. Forse, quando le metterò online, le tante foto che ho scattato non vi diranno molto, ma credetemi: starci dentro è un'altra cosa. Dopo il tramonto è cominciato il lungo ritorno in Texas. La strada è stata buia, lunga e soprattutto dritta, ma credo che il panorama fosse non male. Arrivati a Pecos, con il nuovo fuso orario, ci siamo fiondati nel primo albergo, a prepararci per l'indomani.
Stay tuned,
M

domenica 25 novembre 2007

Day 4. Chasing clouds in Cloudcroft.

Ieri al risveglio abbiamo trovato la neve. Oggi niente neve, ma in compenso c'era la tangenziale di Albuquerque. Non è proprio la stessa cosa, ma ha il suo fascino... Inconvenienti di dormire in un Best Western. Il fronte nuvoloso, sapendo che non ci saremmo trattenuti molto ad Albuquerque, ha ben deciso di avviarsi verso sud, dove lo avremmo poi raggiunto in serata. La mattinata è stata limpida è soleggiata, con un'aria frizzantina, ma non gelida. Abbiamo fatto un piccolo giro per la città, visitato il locale museo di arte e storia, siamo passati davanti all'Atomic Museum, abbiamo fatto un giro per la plaza e poi ci siamo avviati a mangiare. Sulla route 66, dal 66 diner (quiz: indovinate qual'è il numero dell'autobus che passa sulla 66?). Meraviglioso: un concentrato di America di qualche anno fa, con neon, interni bianchi, Elvis, Hamburger e Frullati. Vedrete le foto. Siccome si stava facendo tardi (non volevamo far aspettare le nuvole) subito dopo pranzo ci siamo rimessi in marcia. Deserto cespuglioso. Deserto sabbioso. Immensa pianura con isolate montagne in lontananza. Trinity site. Deserto con yucca. Si dice che gli eschimesi abbiano decine di modi di dire "neve" (ma pare sia una leggenda metropolitana), da queste parti devono avere decine di modi di dire "nulla". Sono tanti i nulla diversi che si vedono intorno a queste lunghissime e drittissime strade e sono quasi tutti dei gran bei nulla. Poi, nel bel mezzo del nulla, ti spunta una pianura di lava condita di cactus e piante grasse, ci passi in mezzo per qualche miglio e torni nel nulla o in un altro nulla. Mica male, no?
Dopo un'inseguimento di ore, siamo riusciti, a sole ben tramontato, a riacchiappare la perturbazione e ci siamo potuti finalmente fare un buon miglio in una fitta nevicata con un vento robusto. Dopo un po' di ricerche abbiamo trovato il nostro albergo, consigliatoci più che vivamente dal Z. Si tratta di un edificio di inizio secolo scorso, con tanto di fantasma e bagno in camera con due docce! Niente male davvero. Domani sentirò un po' la mancanza della vista sulla tangenziale, ma cercherò di accontentarmi delle montagne, del deserto in lontananza e degli alti abeti coperti di neve. Dovremo anche abbandonare la perturbazione, che si avvia verso il Messico. Che vita dura...
Stay tuned,
M

venerdì 23 novembre 2007

Day 3. Black Friday.

Le mie fonti mi dicono che il giorno dopo Thanksgiving qui viene chiamato Black Friday. E' il primo giorno di acquisti natalizi, ed è caratterizzato da shopping selvaggio, negozi che aprono alle 4 del mattino e sconti pazzeschi. Dicono. Per noi, invece, è stato un White Friday. Ovvero ci siamo svegliati sotto una meravigliosa coltre di neve. La prima nevicata dell'anno, e l'abbiamo presa noi. Fortunatamente la macchina non ci ha traditi e non abbiamo avuto grandi conseguenze, a parte qualche difficoltà di guida nel tratto finale da Santa Fe ad Albuquerque. Niente di drammatico, in ogni caso: mi sono limitato a guidare più piano e non ho inserito il cruise control. Certo, se questi Statunitensi mettessero una luce ogni tanto sulle loro autostrade...
In compenso però la neve ha dato spettacolo. Il pueblo di Taos è stato molto meglio che nelle cartoline, anche se dato il grigiore del cielo non credo che le foto scattate renderanno. Il viaggio di ritorno da Taos a Santa Fe è stato completamente diverso da quello di andata. E bellissimo (almeno fino a espanola). La gola del Rio Grande (che qui, per qualche motivo, pronunciano Rio "Grand", alla francese) tutta innevata è quello che è. E il deserto con la neve non è cosa che si vede spesso (fotografato piccolo cactus innevato). Insomma, direi che anche questa tappa è stata all'altezza delle prime. Domani ci muoviamo verso sud e verso il deserto, quello vero, quello di sabbia e senza vegetazione. Se le strade lo permettono.
Stay tuned,
M
PS a chi di dovere: non vi preoccupate, stiamo guidando con mooolta prudenza. Se non è cosa, ci fermiamo.

giovedì 22 novembre 2007

Day 2. High Road to Taos.

Thanksgiving. Il giorno del Ringraziamento. Dal punto di vista degli esercizi commerciali, praticamente Natale. Ancora una volta, la tappa di oggi è costellata di mete meno significative del viaggio stesso. Siamo diretti a Taos, usando la cosiddetta "High Road to Taos". High perché passa sulle montagne. Nonostante il nostro viaggio sia oggi stato funestato dal Ringraziamento, è stato bello. Il paesaggio passa dal deserto (quello giallo), alla terra rossa con cui fanno l'adobe, ai paesaggi quasi alpini vicino Taos. I dettagli della tappa li trovate nella mappa qui sotto e in questo momento sono troppo stanco per riscriverli (mi raccomando zoomate a dovere e leggetela tutta, la mappa). Anche per noi oggi è stato il giorno del Ringraziamento. E quindi non siamo riusciti a far colazione, ma abbiamo perso un sacco di tempo nel provarci. E quindi abbiamo trovato il santuario di Chimayo occupato da una funzione religiosa che ci ha impedito di visitarlo. E quindi non abbiamo visto nemmeno uno dei famosi intagliatori di Cordova. E quindi non abbiamo visto assolutamente nessuno nel pueblo Picuris. E quindi non siamo riusciti a trovare un posto in cui pranzare. E quindi abbiamo mangiato "beef jerky", noccioline americane e una banana (ciao, Darwin). E quindi a Taos era tutto, ma tutto chiuso. E quindi ci siamo fermati per prendere una fetta di torta e un caffè e abbiamo finito per mangiare un dolce diverso e "coffee drink" alcolico, perché il menu lo decideva il Thanksgiving. Ma alla fine, stasera, il nostro tacchino lo abbiamo avuto. Ed era pure buono, anche se cucinato in modo poco convenzionale (il ristorante è definito "eclettico" dalla nostra guida; il piatto di fudo era una enchilada di tacchino con mango e chili verde...). E poi stasera siamo sotto zero, fuori fa freddo e c'è la luna quasi piena. E siamo ancora all'inizio, abbiamo altre strade da fare ed altri paesaggi in cui immergerci.
Stay tuned,
M

On the road. Day 1.

E così le prime 6oo miglia in macchina sono passate e siamo passati in pochi giorni dai pantaloncini corti a temperature sotto zero. Mai come in questo caso conta il viaggio molto più che la meta. Per fare un esempio: Tucumcari è poco più di un groviglio di neon anni '70 su quattro case attorno ad una strada. Ma quella strada, quella strada ha un nome e un cognome. E Route 66 non è Salerno-Reggio Calabria. E tutto quello che uno si può aspettare dai film, dai cartoni animati e dai cliché è davvero tutto lì ed è come ce lo si aspetta. Ci sono le mucche, ci sono i pozzi di petrolio, ci sono i cespugli che rotolano, ci sono i torrioni di terra rossa, ci sono i cavalli che trottano nei ranch, che sono lì pure loro. E tutto è esattamente come te lo immagini. Però è vero. E questo non riesci a immaginartelo. E quando scendi dalla macchina e vedi la strada dritta avanti e dietro di te per decine di miglia senza assolutamente niente e nessuno, quando sei immerso in un orizzonte circolare lontano come non lo hai visto mai, non puoi rimanere indifferente. Spero, ma ne dubito, che il materiale fotografico raccolto riesca a darvi una vaga idea. Qui sotto trovate l'itinerario di oggi.



Stay tuned,
M

PS A quanto pare (almeno per oggi è stato così) è molto più facile trovare copertura internet che per la rete mobile. Non vi aspettate risposte in tempi brevi se mi mandate un SMS.

mercoledì 21 novembre 2007

On the road.

Siamo partiti. Ieri sera prima breve tappa: Fort Worth-Denton-Vernon. Poco meno di 200 miglia, tanto per accorciare la tappa di oggi. In Texas l'orizzonte è enorme, ma il panorama non deve essere un granché: per le 3 ore circa ieri è stato una linea nera con qualche sporadico bovino. Viaggiando stamattina con la luce vi saprò dire di più. Stanotte abbiamo pernottato in un Days Inn dall'aspetto motelesco, ma in una stanza grande quasi quanto la mia casa a Mistletoe Avenue; due letti Texas size ed un bagno di dimensioni rispettabili. Adesso ci attende la colazione e poi ci rimettiamo in viaggio verso la Route 66, che non ha bisogno di presentazioni. Prossima tappa: Amarillo, ultimo avanposto del Texas.
Stay tuned.
M

martedì 20 novembre 2007

Driving me crazy. Parte seconda.

Se son rose fioriranno. Essendo bruchi, invece, son diventati farfalle e nella mia camera da letto gli esserini pelosi e vermomorfi sono stati sostituiti da svolazzanti oggetti marroncini. Fan più casino, ma almeno non si mettono sul letto. Che c'entra questo con il titolo? Assolutamente nulla, è solo un incipit come un altro...
Per chi non lo dovesse sapere, giovedì prossimo è Thanksgiving ed io e il fudo ci apprestiamo a prenderci una settimana "on the road", con destinazione New Mexico.
On the road, però, vuol dire necessità di affittare una macchina.
Pensate che l'altra volta abbia speso molto? Bene, questa volta grazie all'assoluta opacità delle informazioni sul sito AVIS, ho perso un sacco di tempo e mi sono ritrovato a pagare 526$ per una settimana per una macchina più grande di quella che volevo (una ford focus, alla faccia della "compact"), senza copertura assicurativa per furto e danni alla macchina stessa (ma con assicurazione in caso di danni ad altri oggetti o persone) e senza la possibilità di avere un secondo guidatore (da quando in qua anche il guidatore aggiuntivo ha bisogno di una carta di credito a suo nome?).
ECCHECCAVOLO!
Vabbe', almeno la macchina va bene, abbiamo abbondante spazio per i bagagli e grazie al "cruise control" (che data l'assenza del libretto di istruzioni, sono riuscito a far funzionare solo mettendomi in contatto con lo spirito di Ford in persona...) guidare si riduce praticamente a tenere fermo il volante.
Comunque ormai è fatta, appena dopo la lezione si parte (in modo da spezzare in due la lunghissima e noiosissima traversata del Texas), l'attrezzatura fotografica è pronta, il freddo sta arrivando e siamo pronti all'avventura. Non so quanto riuscirò a postare in questi giorni, ma al mio rientro lunedì spero di sommergervi di foto.
State tuni, e buon thanksgiving a tutti (?)
M

martedì 13 novembre 2007

Like a rolling stone.

Il mio computer non manca di segnalarmi che tra 34 giorni e 8 ore sarò di ritorno... Sono ancora in piena avventura texana, direte voi... E invece passata la boa della metà, gli eventi cominciano a precipitare furiosamente verso la fine, ed io rotolo come una pietra rotolante verso il mio ritorno a casa. Mancano solo 4 giorni di lezione (compreso oggi) alla fine dei corsi. Solo 4. Non avete idea del mare di cose che devo ancora spiegare. E loro che si lamentavano che andavo troppo veloce... Mtz. Ho lezioni da preparare accuratamente in modo da risparmiare il maggior tempo possibile, voti da registrare, esami da far fare, compiti da far correggere... In più la Social Security Card e la Carta di debito definitiva sono still missing. Domani si conclude la prima settimana di convivenza col fudo, e devo dire che il bilancio è nettamente positivo: non è particolarmente più loquace dei bruchi (né lo sono io, in fondo), ma ha argomenti molto più interessanti. Ed avere compagnia non mi dispiace affatto. Le giornate vanno avanti a base matematica, film, matematica, pasti, matematica e partite ad un simpatico gioco da tavolo comprato da poco. E matematica, anche. Le nuove presenza italo-australiane hanno portato a nuovi interessanti filoni di ricerca. Quelli vecchi languono, ma ci divertiamo. In settimana abbiamo un invito a cena dai landlord e sabato festa di compleanno di uno dei figli. Nove invitati a dormire. Ci sarà da stare svegli, mi sa. La produzione mi manda a dirvi che il filmato di Halloween è ancora in lavorazione, ma subirà nuovi ritardi. Nel frattempo trovate le foto, qui a destra come al solito.
La mia breve pausa è terminata: torno a rotolare.
Stay tuned,
M

lunedì 5 novembre 2007

Senza parole.

"Any society that would give up a little liberty to gain a little security will deserve neither and lose both."
- Benjamin Franklin

Piccolo post a pochi minuti dal precedente.
Leggete qui.

M

Leopard Unleashed.

5 Novembre. Lunedì. Primo post del nuovo mese, dopo diversi giorni di assenza dal blog. In questi giorni un paio di compleanni sono andati e venuti, un colpo di stato è in corso in Pakistan, hanno arrestato un superboss mafioso.... Le solite cose, insomma. La vera notizia è che ho comprato il nuovo sfavillante Mac OS X Leopard, grazie al notevole sconto garantitomi dall'università, ed ho deciso di prestare il mio glorioso MikBook Pro alla nobile causa del periodo di debugging che inevitabilmente segue il rilascio di un sistema operativo nuovo di zecca, soprattutto con il pacco di cambiamenti che il gattone porta con se' sotto il cofano. Per ora tutto assolutamente liscio come l'olio. Mai visto un sistema operativo aggiornarsi (attenzione: aggiornarsi, non installarsi da capo; non ho perso un singolo dato nel passaggio) con tanta efficienza. Certo, non è stato un processo precisamente breve, ma WOW, come dice Windows Vista. Nonostante il caro Steve Jobs abbia ben deciso di inserire una serie di effettuare una serie di cambiamenti su alcuni elementi dell'interfaccia grafica decisamente opinabili (sarà pure più stylish, ma la funzionalità ne risente, non c'è nulla da fare), sono pienamente soddisfatto dell'acquisto: i cambiamenti ci sono, sono molti e generalmente per il meglio; in più, per chi ha voglia di spiare il kernel nella sua nudità, ci sono importanti novità che si faranno senz'altro sentire parecchio nel rilascio del prossimo sistema operativo di Cupertino. Insomma, ROAR!
La seconda novità importante è l'arrivo from Canada dell'australiana Amy, che si tratterrà con noi per un paio di settimane per lavorare un po'. Ieri siamo andati a prenderla all'aereoporto e la sera a casa di Luca (come dice etc. etc.). Forse una delle migliori serate da quando sono qui. Non che gli Zamboni mi stiano antipatici, tutt'altro, ma dopo un mese e mezzo è stato decisamente piacevole avere qualcuno di nuovo con cui parlare, e i padroni di casa sembravano essere della mia stessa idea. Una simpatica serata ItaloAustralSudamericana, tanto per chiarire le idee alla piccola Mina, che oramai non parla in 4 lingue diverse. Insomma, niente di più di quattro persone e mezzo che stanno nella stessa casa e parlano, ma ci voleva.
A proposito, sapevate che in Australia è obbligatorio andare a votare? I trasgressori sono puniti con un'ammenda di circa 200 dollari australiani... Incredibile.
Domani giornata più che piena: devo dare il secondo esame intracorso in entrambe le classi e la sera arriva finalmente il buon Fudo a tenermi compagnia (ok, non viene per tenermi compagnia, ma il risultato è quello: già pregusto lunghe serate allo stesso tavolo a cazzeggiare su wikipedia ognuno sul proprio computer...). La cosa significa che, sempre che il nostro eroe non perda la coincidenza da Philadelphia, esco di casa alle sette meno dieci del mattino e non rientro prima delle 22-23. Argh.
Passiamo ad altro.
Se avete un po' di tempo, leggete questa notizia, di oggi.
E adesso guardatevi questo sketch dei Monty Python dei primissimi anni '70:



Capite perché i Pitoni mi piacciono così tanto? Attendo commenti da parte vostra sia sulla news, che sullo sketch (in realtà so che di commenti ce ne saranno ben pochi, ammesso che ci saranno, ma in qualche modo dovevo concludere il periodo...).
Un'ultima cosa: la produzione mi incarica di comunicarvi che il filmato di Halloween è in lavorazione, probabilmente arriverà sui vostri schermi entro la fine della settimana; ancora un po' di pazienza....
Stay tuned,
M