sabato 8 dicembre 2007

Memento.

Era una serata insolitamente calda. Mark era lì al buio e lo aspettava.
Una giornata faticosa, piena di impegni. Il servizio fotografico, gli autografi, lo studio. Saltare la cena per salutare il bambino prima che vada a dormire.

Lo scorso ottbre nemmeno ho potuto provarci. Mi è già sfuggito una volta, oggi. Ma stavolta no. Sono deciso. Anche il Piccolo Popolo non prova più a fermarmi. Troppo tempo sono stato qui ad aspettare, non fallirò. Holden, la gran parte di me, non lo avrebbe fatto. Ma io ho qualcosa in più, una piccola parte di me è il Diavolo. E il Diavolo mi ha dato la forza di farlo. Nessuno ha il diritto di dire le cose che lui ha detto su Dio, Cristo e tutto il resto. Nemmeno lui.

C'è qualcuno. Meglio affrettarsi. Prima lei.

Eccoli. Eccola. Eccolo. Lo chiamo.

Sangue. Devo raggiungere il portiere.
-I'm shot.


Fatto. Non è stato difficile. Aspetterò qui, mi metto a leggere.

-Do you know what you've done?
-I just shot John Lennon.


27 anni fa moriva più o meno così John Lennon (perdonate lo stile, ma mi andava di scriverlo in questo modo e i fatti sono tutti abbastanza veri). Ucciso da Mark Chapman, di Fort Worth, Texas. Mark era stato un gran fan dei Beatles e di Lennon in particolare, ma tanti anni prima una dichiarazione di John riportata da un giornale per teenager statunitensi lo aveva fatto arrabbiare parecchio. E con lui tanti, tanti Americani si erano arrabbiati.

"Christianity will go. It will vanish and shrink.... I don't know what will go first, rock 'n' roll or Christianity. We're more popular than Jesus now. Jesus was all right, but his disciples were thick and ordinary. It's them twisting it that ruins it for me."

Detta così, non stupisce che la cosa abbia suscitato tanto clamore, eppure... Eppure il giornaletto americano stava estrapolando una frase pubblicata mesi prima su una rivista inglese. Dunque la cosa era stata già pubblicata, ma per qualche motivo non c'erano state reazioni di alcun tipo. Perché? Perché quella frase aveva un contesto, e una lunga intervista intorno. John non stava glorificando i Beatles. Si stava rammaricando del fatto che in Inghilterra (non negli USA) la religione stesse diventando così marginale che addirittura i Beatles stavano diventando più popolari di Gesù. John era senza dubbio un provocatore e in molti aspetti un po' ingenuo, ma nel caso specifico non aveva nessuna intenzione di scatenare il putiferio che ne seguì (e che infatti non si era scatenato con la pubblicazione dell'articolo originale). Era il 1966 e i Beatles erano in tour negli Stati Uniti, nella cosiddetta "Bible Belt". La reazione fu enorme, membri del KKK cercarono di impedire i concerti dei Fab Four. Lennon convocò una conferenza stampa, cercò di chiarire l'errore e, pur non sentendo di aver fatto nulla di male, si scusò per placare gli animi. Il Vaticano si dichiarò soddisfatto delle scuse, ma altri non lo perdonarono mai, e quelli furono gli ultimi concerti dei Beatles negli USA. Tra quelli che non lo perdonarono ci fu Mark Chapman.
Come si dice: ne uccide più la penna che la spada.

Imagine,
M

2 commenti:

nonsisamai ha detto...

ti ho scritto :)

fudo ha detto...

Non certo per difendere i media americani o Mark David Chapman, ma solo per completezza, aggiungo che l'assassino texano era in collera con Lennon anche per il suo presunto atteggiamento anti-religioso (che all'epoca dell'intervista del '66 certamente non aveva) sfociato in una hit mondiale come Imagine, appunto. Pare che Chapman col suo gruppo di preghiera cantasse qualcosa tipo "Imagine, imagine Lennon is dead" nei loro incontri. Brr. C'è bella gente, qui nella Bible Belt.